lunedì 4 aprile 2011

Piccoli filosofi


Sophie Fatus
Buongiorno oggi!

Euro 12,00
In libreria dal 7 aprile

Il libro sarà presentato, alla presenza dell'autrice e introdotto da Alessandro Savorelli e Renzo Ragghianti, docenti della Scuola Normale Superiore di Pisa, giovedi prossimo 7 aprile presso il ristorante I CINQUE SENSI in via Pier Capponi 3r., a Firenze, con la mostra abbinata delle tavole originali.

Ore 18,30: Presentazione del libro
Ore 19,30: Aperitivo offerto dal ristorante
Dalle ore 20 in poi: Cena in tema a menu fisso (28 euro) oppure a scelta.
Per chi vuole rimanere a cena è gradita la prenotazione.

(alessandro savorelli) Un piccolo libro filosofico per piccoli filosofi contemporanei, che magari non sanno di esserlo. Cos’è il tempo? Cos’è la memoria? Cos’è il soggetto? La creatività? La fantasia? La conoscenza? Le relazioni interpersonali? la realtà? La vita? l’evoluzione? Gli indiscernibili? La percezione? Il dolore? L’entropia? La storia? Il sogno? La relatività? L’eternità?
La mente del bambino, per funzionare e per crescere, vive in un eterno presente, in un flusso di meraviglia per ciò che è sempre nuovo: ripete ad ogni istante ciò che molta filosofia ha teorizzato nell’ultimo secolo, riassumendo problemi e paradossi discussi - tra Oriente e Occidente - da millenni, rompendo con molte certezze assieme rassicuranti e mortificanti, e  affermando  che non c’è un «grande disegno», ma che quel disegno siamo noi e si disegna mentre noi viviamo.
Nel breve intervallo tra le forme che assumono le nuvole,  tra la «felicità» e il tremore per «ciò che non capiterà mai più» o «un dolore» che sembra «infinito come la fine del mondo», accade qualcosa di «straordinario»: la vita, fuori di ogni meccanizzazione, di ogni opaca ripetizione, di ogni calcolo miope, di ogni misurazione sagace e ottusa. È questo «straordinario», il vivere del bambino in un «tempo» completamente suo, un «tempo senza orologio», ciò che gli impedisce di crescere come fa un cristallo o un sedimento, per mera accumulazione: e che ci accade invece da adulti, quando non cresciamo più, intrappolati nell’orologio e nella sua falsa oggettività, costruiti dal passato e preoccupati per il futuro.



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