giovedì 6 ottobre 2011

Maestri 15. Tony Ross

Tony Ross è nato a Londra nel 1938 e ha studiato alla scuola delle Arti di Liverpool. Ha lavorato come cartoonist e graphic designer in una agenzia pubblicitaria e come insegnante d'arte al politecnico di Manchester. Il suo primo libro è stato Goldilocks and the Three Bears (1976). Da allora ha illustrato molte sue storie ma anche libri di molti autori tra cui Roald Dahl, Paula Danziger e Michael Palin. Attualmente Tony Ross vive nel Cheshire. 


Ci sono illustratori, grandi, grandissimi, che conquistano la loro arte con difficoltà e sforzo, studiando continuamente e sudando su ogni singola linea che tracciano sulla carta, e ce ne sono altri, altrettanto grandi, grandissimi, baciati in fronte dalla fortuna, cui tutto viene facile; artisti che sembrano non dover faticare per nulla sulla tavola, quasi che il disegno si disponga per magia sotto la loro matita e davanti ai nostri occhi.

Hansel e Gretel, 1989

The happy rag, 1990
Tony Ross è sicuramente uno di quest’ultimi e quel bonario, ironico e divertito understatement sembra derivare da questo suo stato di grazia. Intendiamoci, Tony Ross è artista vero e non ci sogneremmo nemmeno di far derivare dalla sua facilità di disegno una presunta ‘superficialità’ di progetto. Solo che la naturalezza con cui l’artista disegna le sue storie e la ‘freschezza’ con cui copre d’acquerello le sue carte hanno una sorta di divina istintualità e una indicibile grazia che non possono derivare da studi ponderosi ma da quella che le vecchie nonne toscane chiamavano ‘scienza infusa’ e che è riservata solo ad alcuni, pochi, pochissimi.
Quella sorta di ‘stato di grazia’ (come l’abbiamo chiamato) si riverbera nella stesura ‘verbale’ delle storie che, anch’esse semplici e immediate, ci appaiono godere del medesimo magico understatement, chiuse e definite perfettamente nel loro cerchio ideale.

Naturalmente poi quell’understatement che abbiamo citato già tre volte è anche la chiave con cui possiamo analizzare e giudicare la sua arte. Accompagnandolo magari con la constatazione del suo pieno inserirsi in quel filone molto anglosassone dell’illustrazione e della scrittura di libri per bambini che possiamo definire ‘ricostruzione fantastica del reale’. Altri grandi illustratori hanno seguito le stesse tracce (pensiamo a Michael Foreman e David McKee, ad esempio), inventando storie in cui la vita quotidiana e l’esperienza formativa del bambino si mescolano senza soluzione di continuità con quel mondo fantastico che il bambino stesso impara presto a conoscere e su cui si trova a fantasticare.
Ecco quindi che i libri più felici di Tony Ross sono quelli che raccontano le giornate, simili, uguali a quelle dei nostri bimbi, della Piccola Principessa che è sì ‘principessa’ (con le bizze e le bizzarrie di una vera principessa!) ma deve sottostare al training di ogni bambino; deve organizzarsi i suoi giochi, deve accomodarsi sul vasino, dovrà perdere un dente di latte e avrà il sacro terrore di allontanarsi, anche solo per pochi momenti, dalla regina-mamma.

I want my potty, 1986
I want my potty, 1986

Intorno alla Piccola Principessa la corte ruota come un condominio, con babbo e mamma preoccupatissimi di ogni capriccio, con il cuoco, la cameriera, e persino il generale e l’ammiraglio, tutti dedicati a esaudire ogni capriccio. E quella bambina con la camiciola bianca e la corona in testa somiglia tanto, ma proprio tanto, a tutte le altre bambine che sono, per la mamma e il papà, Piccole Principesse anche loro.

Il mondo understatement (ancora!) della Piccola Principessa ruota tutto intorno ai piccoli straordinari fatti della sua crescita, alla scoperta personale del mondo che la circonda. Il bambino, principe o no, elabora la sua esperienza, la verifica con le sue paure, le sue angoscie, le sue gioie e i suoi turbamenti, tracciando un proprio percorso di formazione. Che Tony Ross disegna e racconta con la solita, ironica, maestria e il consueto, bonario, understatement.

In Italia i libri di Tony Ross sono pubblicati da molti editori tra cui El, Mondadori, Il Castoro, Lapis.

Nessun commento:

Posta un commento