sabato 10 dicembre 2011

Abbattere le barriere della diversità

Carolina D'Angelo, autrice del nostro Hotel House (le illustrazioni sono di Marco Paci), continua instancabile la sua opera di promozione del libro che è, anche e sopratutto, una presa di coscienza civile. Carolina ci ha mandato una nota che volentieri pubblichiamo.





I bambini sono tutti uguali!
Carolina D'Angelo

Di recente sono stata invitata a presentare il libro H.H. alle classi 3° e 4° di alcune scuole della Bassa per raccontare come sia possibile essere tutti diversamente uguali nel pezzettino di mondo che abitiamo.

L’assessore alle Politiche Scolastiche e Pari Opportunità del comune di Malalbergo, Milla Mei, insieme con la bibliotecaria, Lara Bonetti, hanno organizzato durante la giornata mondiale del disabile (3 dicembre) quattro incontri a cui hanno partecipato più di 100 bambini delle scuole primarie di Malalbergo, Altedo, Baricella, la Bassa, appunto. Un ritaglio di Pianura Padana che nonostante si trovi sotto il livello del mare, non è mai stata sotto a nessuno in materia di temi sociali e lotte per i diritti.



Trovate qui alcune foto che testimoniano l’affluenza e la partecipazione dei bambini (sfocate di proposito per non nuocere all’immagine dei minori). E alcune riflessioni che mi hanno accompagnato nel viaggio di ritorno a Bologna.

Per i bambini il concetto di uguaglianza/diversità è un qualcosa di assodato; poiché come loro stessi mi hanno spiegato, già dalle seconda elementare (!) studiando Storia, hanno capito che i popoli quando migrano hanno tutti gli stessi bisogni quali, mangiare, ripararsi del freddo, dormire a cui rispondono con culture diverse.
A essere visto, semmai, come diverso può essere un compagno nell’attimo che anziché giocare se ne sta per conto proprio o invece di ascoltare la maestra prende a giocare (compagni, quindi, che Pestalozzi definirebbe svantaggiati a livello relazionale); la diversità per i bambini si basa dunque su attimi e comportamenti che intercorrono in quei precisi attimi, mai sul colore della pelle o la provenienza di nonni o genitori. Parlare la stessa lingua li rende somiglianti, se non addirittura uguali, gli uni con gli altri. Quando ho chiesto loro a chi si riferisse l’espressione Tutti Uguali più volte ripetuta nel libro, i più mi hanno risposto: I Bambini! I bambini sono tutti uguali!

Questo mi ha fatto tornare alla mente le parole del Sindaco di Novi di Modena, comune che di recente ha visto il superamento delle nascite di bambini stranieri rispetto a quelli italiani (come se poi non fossero tutti dei Novini Modenesi, se dimentichiamo per un momento la penosa questione sul (non)diritto di cittadinanza in Italia), in cui domandava a una bambina di seconda elementare se vi fossero stranieri nella sua classe, la risposta è stata: Nessuno. Nessun straniero. Ci sono Said, Luca, Allegra, Lin, Giacomo, Hajar, Sofia…

A colpire invece la curiosità dei bambini è stato l’Hotel House per le sue fattezze che se da un lato lo avvicinano al mondo del fiabesco-mostruoso, dall’altro lo riportano al mondo del mostruosamente reale.  
Incredibile! Hanno esclamato i bambini quando si sono resi conto che il palazzone è grande dieci volte la scuola e può contenere tutti loro, più i ragazzini delle medie, più nonni, genitori, maestre, edicolanti e bibliotecarie, tutti; tutti loro messi insieme; su e giù per le scale perché capita il giorno che non funzionino gli ascensori.
Incredibile (!) che lo abbiano costruito degli uomini credendo che non sorgessero problemi di uguaglianza, affermazione della diversità, rivelazione delle sfumature.

6 commenti:

  1. Frequento settimanalmente l'Hotel House e ho modo di osservare i bambini che ci risiedono; li vedo giocare di domenica nello spiazzale antistante il grande edificio mentre gli adulti fanno da contorno assorbiti nei loro discorsi ma pronti ad intervenire nel caso questi loro piccoli avessero dei problemi.
    Quando incontro questi ragazzini 'multietnici' nell'ascensore ti tempestano di domande:"Ciao amico come stai? Sei il nuovo dottore? Fai l'avvocato oppure sei un poliziotto?" La cosa stupefacente e che se ti fermi a parlare con loro, smettono di giocare per pendere dalle tue labbra mentre ti osservano con occhi vivaci e penetranti come per catturare ogni opportunità che tu puoi offrir loro.
    Tutto questo non ha niente a che vedere con l'apatia, la noia e la superbia della nostra attuale società.

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  2. Non penso che il termine "tutti uguali" sia corretto.
    Anzi penso sia una falsa illusione data ai bambini!
    Che magari un giorno alzando lo sguardo si renderebbero conto che il vicino di casa, di banco o di parco giochi ....non e' proprio uguale uguale!
    ha le proprie tradizioni, i propri costumi, la propria religione!
    Forse l'insegnamento più corretto si darebbe dicendo la verita'!
    Dicendo che "non siamo tutti uguali" anzi siamo tutti diversi......ma siamo tutti essere umani!!!!!!!
    Paola

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  3. Credo sia giusto ribadire il concetto di uguaglianza a scuola, e sottolineare a posteriori come i bambini sappiano cogliere tale pensiero con una naturalezza quasi sconvolgente. Ancora liberi da pregiudizi e intolleranze razziste riescono a vivere con assoluta serenità questa mescolanza di culture.
    Milla, scuola di Baricella

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  4. Cara Paola,
    non trovi infatti che la diversità sia proprio la compensazione dell’uguaglianza?
    Anch’io la penso come te, infatti leggendo il libro, la storia che ho scritto inclusa la nota dell’autrice, si arriva proprio al concetto che dici tu, Nessuno è uguale all’altro, Siamo tutti diversi. Ma come dicevo prima uguaglianza e diversità in nome della tolleranza si fondono, o meglio, diventano due aspetti dello stesso concetto.
    In questo post evidenziavo soltanto alcuni degli elementi, perlopiù impressioni, emersi durante l’incontro con i bambini. Dopotutto lo spazio è piccolo.
    Grazie del commento. Continuo a presentare il libro nelle scuole e commenti come il tuo mi aiutano a creare nuovi spunti di riflessione. L’argomento è vasto.
    Carolina

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  5. Ciao Carolina, sinceramente no! Non credo che la diversità sia la compensazione dell'uguaglianza! Credo che sia una frase utilizzata per colpire gli adulti e non i bambini !
    Ho cercato il tuo libro in libreria ma non ne ho trovato copia e sinceramente dal tuo post su questo blog non si intravede quanto poi affermi nel commento! Quello che ho intravisto e' solo un po' di presunzione....ma noi scrittori di racconti per bambini dobbiamo sempre avere ben chiaro che non abbiamo la verità assoluta, ma punti di vista che vogliamo regalare ai nostri piccoli lettori!
    Il dato certo non esiste visto le infinite variabili di prospettive che la vita ci offre!
    Questo non dobbiamo dimenticarlo mai! Altrimenti falliremmo in partenza tradendo la sincerità degli occhi dei nostri piccolo lettori! E per favore le frasi difficili e i concetti troppo elaborati lasciamoli agli adulti e al loro settore! Se siamo davvero di successo....ci sceglieranno i bambini e non i loro genitori!

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  6. Cara Paola,
    concordo appieno. Se mi segnali la libreria lo comunico all'editore magari riusciamo a far arrivare le copie. Ci terrei molto ad avere un tuo parere sul testo e sul libro (rapporto testo-immagine).
    Grazie ancora.
    Carolina

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