venerdì 6 gennaio 2012

Maestri 24. Guy Billout

Francese di nascita (Decize, 1941), Guy Billout vive a New York dalla metà degli anni ’70. Dapprima grafico pubblicitario la sua carriera artistica ebbe una svolta decisa quando Milton Glaser pubblicò sulla rivista New York un suo porfolio di disegni ‘di viaggio’. Da allora Billout ha preso con decisione la via dell’illustrazione e, soprattutto per le tavole pubblicate da Atlantic Monthly, il suo stile grafico e la sua elegante ironia lo hanno reso famoso. Tra i suoi libri sono da ricordare il primo, Bus 24, Harlin Quist, 1973, e Journey, Creative Editions, 1993.


Illustratore e umorista, sognatore e surreale.  Lo stile di Guy Billout è nitido e lineare, i  colori netti, anche se delicati e sfumati. I suoi disegni sono pieni di sottile e calcolato divertimento. Negli anni non ha cambiato la sua cifra stilistica, l’ha semmai affinata, e l’avvicendarsi dei mezzi tecnici non ha spostato di un millimetro la sua impostazione. Computer invece di aerografo, ma con gli stessi intenti e gli stessi risultati.


Surreale e umorista, abbiamo detto. Anche profondamente europeo, sottilmente europeo. Guy Billout non aggredisce mai il foglio di carta, il suo gesto pittorico è sempre accurato ma discreto. Gli uomini (quasi 'omini') dei suoi disegni occupano spazi limitati ma piegano ai loro intenti gli elementi delle tavole che diventano sempre (qui il surrealismo e anche l’ironia!) inganno visivo, trappola formale, qualcosa da usare e modificare a piacere, siano essi i fasci di luce di un faro (che può essere una pista da percorrere o da scalare), o elementi di architettura piegati a giochi d’illusione.


 
L’architettura della natura e quella costruita dall’uomo è quindi quello che Billout usa per un suo personalissimo discorso sulla percezione visiva, sul mondo che crediamo di vedere, che indoviniamo e che si rivela spesso nient’altro che un gioco di prospettiva su un foglio di carta. 




Guy Billout, Journey, Creative Editions, 1993
Il paesaggio visto da un finestrino del treno in viaggio (Journey, Creative Editions, 1993, uno dei libri più belli dell’artista!) ci racconta come tutta la realtà altro non sia che un punto di vista, la sovrapposizione di elementi eterogenei, una fata morgana che porterà il viaggiatore, vecchio e stanco, a tirar le somme di tutto quello che ha fatto finta di vedere e capire e che, in realtà, era solo trucco da illusionista. Su un foglio di carta. Con dei teneri colori pastelli e delle linee semplici, accurate e sobrie.

Guy Billout, Journey, Creative Editions, 1993

Guy Billout, Journey, Creative Editions, 1993

1 commento:

  1. Grazie! Attreverso i tuoi post sto scoprendo tantissimi nuovi artisti.
    Ogni giorno è una piccola sorpresa.

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