giovedì 19 aprile 2012

È un piccolo libro!

Uno dei tormentoni che da qualche anno occupano il dibattito sul futuro dell’editoria è la domanda se l’offerta elettronica (gli e-book, i-pad et similia) renderà, in un futuro molto prossimo, inutile il libro. Se, dunque, siamo giunti a fine corsa e dobbiamo adattarci, obtorto più o meno collo, al 'nuovo che avanza'.
Alla domanda avevano già dato risposta, qualche anno fa, Umberto Eco e Jean Claude Carrière in una conversazione, raffinatamente colta, pubblicata in un libro Bompiani (Non riuscirete a liberarvi dei libri).


Lane Smith, in un albo Rizzoli pubblicato in Italia nel 2010, aveva rivolto la sua analisi al mondo dell’infanzia, immaginando un dialogo tra l’asino e la scimmia, il primo ostinatamente teso a non capire le 'ragioni' del libro, la seconda altrettanto ostinatamente tesa a ribadire cos’è e cosa deve essere.



È un libro è stato un grande successo internazionale ed è una storia divertente, adattissima a bambini, adulti, smanettoni e lettori di ogni età.

- Cos’hai lì? - chiede l’asino.
- Un libro. - risponde la scimmia.
- Dove schiacci per fare lo scroll?
- Non faccio lo scroll. Giro le pagine. È un libro.
- Puoi scrivere sui blog?
- No, è un libro…


E così via finché l’asino, anche senza capire cos’è quell’oggetto che ha in mano, comincia a leggere….

Quest’anno Lane Smith ha dato un fratellino minore a quella storia fortunata: È un piccolo libro, sempre edito da Rizzoli, mette in scena, in piccolo formato e con poche pagine dure e dai bordi arrotondati (quelle per i più piccoli), lo stesso asino e la stessa scimmia, o meglio un asinello e uno scimmiottino che, nei loro pannoloni infantili, cominciano una conversazione analoga.


Con una importante novità, o un approfondimento, se credete. L’asinello che equivoca anche qui su cosa sia un libro, non si riferisce più solo al mondo digitale, in contrapposizione a quello della stampa tradizionale, ma assimila anche la sua nuova esperienza (il telefonino, la posta elettronica…) a quanto di preesistente gli suggerisce la sua ‘memoria’ dell’infanzia. Il libro è anche in questo caso un oggetto diverso e misterioso, per lui, e lo scimmiottino gli chiarisce che quello ‘si legge’, ma i confronti che l’asinello porta sono anche quelli del tradizionale mondo bambino (i giochi di costruzione, travestimento, simulazione, il sonnellino dopo pranzo…). Il libro si andrà ad aggiungere a tutte queste esperienze, comprese quelle digitali, e offrirà al bimbo-asinello una nuova esperienza di formazione e crescita.





È la risposta naturale alla domanda iniziale. L’elettronica non distruggerà il libro, ma aggiungerà la sua voce a tutte quelle che già operano in rapporto con l’infanzia. L’asinello deve capire  che il libro c’è e che 'si legge', nient’altro, e tutto il resto verrà da sé.


Lane Smith, È un piccolo libro, Rizzoli, euro 8,90.

1 commento:

  1. Ricordo un corso di inglese quando, cercando faticosamente di spiegare agli altri studenti come si gioca a Dungeouns & Dragons (in pratica una scheda di carta, un lapis, dadi e il master che racconta la storia), una tipa mi fa: "Ma avete la playstation uno o due?"
    *Pum! rumore di braccia che cadono*
    "Ehm, no, noi giochiamo con carta, lapis e dadi...."

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