lunedì 7 maggio 2012

Leggere sul web: Mangialibri

Il blog dell’Indice dei libri del mese pubblica in questi giorni un'intervista a David Frati, che coordina la rivista online Mangialibri. Otto sezioni (Recensioni Libri, Autori, News & Interviste, Poesia, Fumetti, Bambini & Ragazzi, Libri in Edicola, Contatti & Servizi), scelta ampia, aggiornamento continuo, ritmo indiavolato. Mangialibri ci sembra una voce parecchio interessante, sopratutto per il piglio, che Frati sottolinea, 'nazionalpopolare' delle scelte, e per la diffusione enorme.
In un panorama che sembra sempre più arroccato nella sua nicchia, quasi un'ultima trincea, pensiamo di far cosa gradita rilanciando nel nostro blog ampi stralci dell'intervista.



David Frati. Mangialibri nasce nel dicembre 2005: inizialmente si trattava del mio blog personale, e solo dal 2009 è un progetto collettivo (ormai siamo quasi in 90, sparsi in tutta Italia, dal Friuli alla Calabria). L'idea di base è mettere su un grande magazine generalista dedicato al mondo dell’editoria: con un approccio ‘professionale’, quindi (uso le virgolette non a caso), puntando però su alcune sostanziali novità nel modo di occuparsi dei libri e di quello che ci gira intorno. Vedi, io vengo da una famiglia molto umile, sono il primo membro della famiglia con la passione per la lettura e la scrittura, e tutt’oggi vengo guardato dai parenti come uno non tanto a posto con la testa, uno ‘strano’. Come tutti gli autodidatti della lettura, ho avuto e ho un approccio del tutto privo di pregiudizi alla lettura: i pregiudizi nascono da un clima culturale, da un background sociale, da dei modelli, da un percorso di consigli di lettura da parte dei genitori, per dire. Tutte cose che non ho avuto, perché ho fatto da solo. E dal basso della mia naïveté mi domando e vi domando: perché in campo cinematografico è considerato 'cool' anche dalle élite intellettuali avere e dichiarare una passione per i B-movies e invece in campo letterario se qualcuno si azzarda a dire che gli piacciono i B-book viene crocifisso? Siamo sicuri che un bel romanzo sui vampiri o sui pirati non abbia più dignità dell'ennesimo epigono dello scrittore 'must' del momento? Noi di Mangialibri siamo sicuri che ce l'ha. Il nostro approccio è aperto alle novità, goloso, mai snobistico, allergico ai pregiudizi contro la letteratura di genere. Il linguaggio? Iconoclasta, ironico, pop, popolare - talvolta popolano. Non a caso il logo di Mangialibri è un panino. Ma non una baguette parigina, di quelle che finiscono sotto le ascelle di gente raffinata che gira in bicicletta lungo la Rive Gauche, bensì una di quelle che a Roma chiamiamo ‘rosette’, cioè un panino da muratore, da operaio, ripieno solo incidentalmente di pagine di libri anziché di sarciccia – ops, scusate, salsiccia! – e cicoria.


Il blog dell’Indice. Com'è articolato 'logisticamente' il progetto Mangialibri?

David Frati.  Si tratta di una sorta di implacabile ingranaggio: mano a mano che riceviamo i libri spediti dalle case editrici (una cinquantina a settimana, abbiamo una casella postale attivata solo per questo) io li smisto ai vari redattori spedendo pacchetti a mie spese in giro per l’Italia. Abbiamo tutti delle scadenze fisse (in media una decina di giorni a libro, ma c’è chi è più veloce - anche mooolto più veloce - e chi invece ha bisogno di qualche giorno in più) per l’invio di recensioni, e il flusso continuo ci porta a pubblicare recensioni al ritmo di 9-12 al giorno, tutti i giorni. Ciononostante, per motivi aritmetici, non riusciamo affatto a tenere il passo delle novità editoriali.


Il blog dell’Indice.
In ogni caso un ritmo straordinario. E quale seguito di lettori vi sembra di avere, da riscontri diretti (come il dialogo sui post) o indiretti?

David Frati.  Non scendiamo mai sotto le 400.000 visite mensili. Quindi numeri enormi, che posizionano Mangialibri tra le realtà più importanti nel panorama dei siti che si occupano di libri in Italia, forse addirittura al top della classifica se consideriamo i siti generalisti che si occupano solo di recensioni librarie e interviste agli autori, senza pubblicare post sulla politica o sulla società. Ma per correttezza e amor di verità non voglio limitarmi a proclami trionfalistici, perché devo amaramente constatare che lo spirito ‘popolare’ e la nostra proverbiale disponibilità a recensire narrativa di genere che ci permette di attrarre una fetta così importante di pubblico – quella guarda caso trascurata da tutti i lit blog italiani - diventa a volte una sorta di tallone d’Achille in questa nostra realtà culturale snobistica, elitaria e autoreferenziale. Perché? Perché in Italia per ‘esserci’ e contare devi limitarti a recensire scrittori italiani tra i 30 e i 45 anni, quell’élite per capirci che si auto-recensisce a turno monopolizzando le pagine culturali dei quotidiani, delle riviste e dei blog di tendenza. Se invece intervisti e recensisci Wilbur Smith, dico per dire, sei un parvenu, un fanzinaro, un apostolo del trash. Peccato che Wilbur Smith (che peraltro è uno scrittore che non amo affatto, sto facendo un discorso giornalistico, non difendendo i miei gusti letterari personali) venda moltissimo e interessi al popolo dei lettori immensamente. Insomma per farla breve se sei popolare, agli occhi di ‘quelli che contano’ diventi subito nazionalpopolare e quindi volgare, anche (anzi, soprattutto) se fai centinaia di migliaia di impression al mese.

(...)

Il blog dell’Indice. Che mi dici del rapporto con nuove tecnologie, con gli ebook?

David Frati.  Non puoi certo presentarti come bastione della cultura pop e fare lo schifiltoso con le nuove forme editoriali e i nuovi device. Siamo sin da subito scesi in campo a favore della diffusione degli ebook, con articoli informativi e interviste ai massimi protagonisti di questo nuovo ambito editoriale, ma abbiamo ricevuto un'accoglienza non sempre entusiasta tra i nostri lettori, tutt'altro. Il mercato digitale vede l'Italia agli ultimi posti, ai livelli dei Paesi in via di sviluppo (anzi, superata anche da molte realtà sudamericane o africane grazie a programmi di intervento educazionale come Worldreader), ed è ancora molto diffuso un atteggiamento di diffidenza se non di disprezzo per gli ebook. Mi domando perché tanto amore sviscerato per l'oggetto libro (che ovviamente io non manderei affatto in pensione, ma affiancherei per comodità alla sua versione digitale in ambiti quali l'editoria scolastica e professionale oppure le edizioni economiche - rendendole assai più economiche, s'intende) non si traduca in un maggior numero di copie cartacee vendute. Personalmente, tutti i forti lettori che conosco hanno anche - e sottolineo anche - un ereader e lo usano volentieri per leggere più di prima.

(...)

(intervista rilasciata il 22.3.2012)

1 commento:

  1. Ci siamo anche noi nel fantastico mondo di Mangialibri come lettrici, ma soprattutto, come redattrici... che onore! E che bella questa intervista!!!
    Ilaria & Barbara

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