giovedì 3 maggio 2012

Maestri 33. David McKee

David McKee, nato nel Devonshire, in Inghilterra, è famoso sopratutto per i suoi personaggi seriali, King Rollo ed Elmer, l'elefante variopinto, protagonisti di libri illustrati, cartoni animati, oggetti di merchandasing. Il suo primo libro fu pubblicato nel 1964. Attualmente vive nel sud della Francia.

David McKee

Nella vasta produzione disegnata di David McKee due possono essere i filoni principali da cui far partire la nostra analisi: da una parte l'accettazione della diversità e dall'altra la creazione fantastica del reale, o, se vogliamo, la normalità quotidiana nel suo rapporto con la fantasia e la fiaba.

Elmer, certo il suo personaggio più popolare, protagonista di molti libri illustrati per Andersen Press (in Italia sono usualmente tradotti da Mondadori), è l'elefante patchwork e per lui è difficile accettare la 'diversità'. Gli altri elefanti sembrano non farci troppo caso ma per Elmer è un tormento vedersi così colorato in mezzo a quel mare di 'grigio elefante'. Così cercherà di dipingersi di grigio con il succo delle bacche della foresta ma il suo tentativo gli farà perdere identità e allegria finché, sotto un temporale, i suoi colori torneranno a farsi vedere e, ad Elmer e agli altri elefanti, spunterà di nuovo il sorriso e l'allegria.

Da quel giorno, ogni anno, gli elefanti della foresta celebrano il 'giorno di Elmer': tutti si dipingono di colori fantastici, a strisce, a pallini, a chiazze, e solo Elmer si dipinge, manco a dirlo, 'color grigio elefante'.

La morale della favola è chiara e non ci sarebbe bisogno nemmeno di soffermarcisi troppo: la felicità è quella che deriva dall'accettare la propria natura e convivere serenamente con quella. L'allegria di Elmer è un 'valore aggiunto' alla sua alterità e lui è apprezzato e amato proprio per questa. D'altronde il tema aveva già avuto cantori illustri nel quadro della narrativa illustrata per ragazzi e bambini e basterà, a tal proposito, ricordare soltanto Leo Lionni che, con Un colore tutto mio e Cornelius,  aveva dettato pagine fondamentali sul diritto, e quasi il dovere, di essere diversi.

David McKee, Elmer, 1989

Il tema ritorna spesso nelle opere di McKee e spesso si accompagna ad altre notazioni 'dolorose' del convivere, perchè a volte, putroppo spesso, la diversità genera diffidenza, ostilità, rancori.

Abbiamo già parlato, in altro momento, di Not now Bernard, con la storia del bambino che vive tra l'indifferenza scostante dei genitori, e a quel post non possiamo che rimandare.
I due mostri vivono in un'isoletta; sono separati da una montagna e, senza vedersi mai, si odiano e si combattono continuamente. A forza di tirar sassi e pietre da una parte all'altra della montagna, riusciranno a spianarla e allora, quando saranno finalmente faccia a faccia, si accorgeranno che i loro punti di vista non sono poi così dissimili.

David McKee, Due mostri, 1985

I temi che David McKee affronta non sono affatto leggeri, come si capisce, ma il tocco è elegante e delicato anche se a volte, come nel caso di Bernard, crudelmente beffardo. McKee e il suo alter ego, Tony Ross, non mancano mai di condire le loro storie con una dose, generalmente abbondante, di divertita ironia. Sembra quasi che i due non si prendano mai troppo sul serio (per Tony Ross avevamo parlato di continuo understatement) ma a ben guardare sotto il sorriso si intravede una smorfia amara e, a volte dolorosa.


David McKee, King Rollo, 1986

Avevamo detto all'inizio che i temi di costante riferimento per David McKee sono due e il secondo di essi, la ricreazione fantastica del reale, è un vero e proprio topos della narrativa inglese recente per i più piccoli. Re, principesse, maghi che si comportano proprio come la mamma o la zia, e avvicinano l'esperienza quotidiana del bambino a quel mondo di fantasia e di sogni che è indispensabile per la sua crescita e formazione.

King Rollo, con le sue storielle minime e rapsodiche, fa parte di questa logica.
"Nevica!" "Certo, è inverno." e il reuccio si attrezza per giocare con la neve e costruirsi un pupazzo, controllato sempre con affetto dalla sua famiglia, tutta presa nelle sue domestiche occupazioni.
Rollo vede le foglie che crescono e che cadono, scopre la natura da solo, perchè tutti hanno da fare, ma non viene mai abbandonato a se stesso con indifferente noncuranza. Tutti gli prestano attenzione e lo incoraggiano sulla strada della scoperta, della conoscenza, del divertimento. Quello che in Not now Bernard si era risolto in malinconica solitudine in King Rollo diventa occasione di gioia partecipata.

David McKee, King Rollo, 1986

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