domenica 8 luglio 2012

Maestri. 35. Paul Davis

Paul Davis, Firenze 2009

Paul Davis nasce in Oklahoma nel 1938. Giunto a New York a diciassette anni, dopo gli studi alla School of Visual Arts, collabora con i Push Pin Studios fino al 1963, quando apre un proprio studio. Illustratore prodigioso, disegna innumerevoli manifesti teatrali. Famosissimi i suoi ritratti di personaggi della politica e dello spettacolo.

Ingrid Bergman, 1989


Gli attori di tradizione anglosassone (inglesi e americani, in primis) si sa che sono inarrivabili. Cosa di meglio dunque che ascoltare un Hamlet o un Richard III (Shakespeare, of course!) recitati da Kevin Kline o Denzel Washington? Se avete la pazienza di fare un salto a New York, a Central Park, appena appena off-Broadway, si può fare. Perché lì, al Delacorte Theater, da quasi quarant’anni Shakespeare è di casa con il New York Shakespeare Festival.

Naturalmente non si rappresenta solo il grande bardo, ma da quel palcoscenico sono passati tutti i migliori autori del teatro mondiale (da Molière a Brecht!) accompagnati da una costellazione di attori da togliere il fiato, da Raul Julia a Meryl Streep, da Diane Venora a Laurence Olivier, da Denzel Washington a Kevin Kline.

Raul Julia, 1976

Denzel Washington, 1990

Paul Rudd, 1976

Raul Julia, 1989

Joseph Papp, il produttore del Festival, si affidò da subito (1975), e fino alla sua morte nel 1991, per la grafica degli spettacoli, al pennello prodigioso di Paul Davis, grafico che potremmo definire quasi 'iperrealista', ritrattista straordinariamente meticoloso e felice, che cercò, nei volti degli attori riprodotti nei manifesti “di catturare due personalità in un ritratto: quella dell’attore e quella del personaggio che sta interpretando”. La raccolta dei manifesti disegnati da Davis per Joseph Papp e il suo Festival  newyorchese può essere considerata come una sorta di monumento al teatro del XX secolo.

Joseph Papp, 1978

"Papp riteneva che l'aspetto politico del teatro fosse altrettanto importante del suo contributo alla cultura... I manifesti per Papp erano sempre spogli; nessun nome di attore, di produttore, non doveva esserci nemmeno quello del commediografo, solamente il titolo e il luogo della rappresentazione. L'agenzia acquistava spazi nella metropolitana  e nelle stazioni ferroviarie e sui marciapiedi dei pendolari da Boston a Washington. Era una comunicazione brutale e potente..."


Kevin Kline, 1986

La collaborazione di Paul Davis con il Public Theater, di cui il Festival è un’emanazione, si interrompe nel 1993, quando il nuovo direttore artistico George C. Wolfe, subentrato a Joseph Papp, si affida a Paula Scher di Pentagram.

Ernesto Che Guevara, 1967

L'attività di Paul Davis non si limita, naturalmente al solo mondo dello spettacolo. La sua 'collezione' di ritratti è quasi un riassunto del XX secolo con i protagonisti della cultura e della politica in primo piano. 

"Non ho mai creduto che un'immagine debba essere fotografica per essere realistica. Per me il realismo in un poster è essere fedeli alla sensibilità emozionale e al significato dell'azione. Non è una questione di quanto perfettamente viene reso un volto, o di catturare tutti i pori di un naso. È il creare nell'osservatore un sentimento di empatia per il viso sul manifesto."

Due raccolte significative, in lingua italiana, di manifesti e ritratti di Paul Davis 
sono state pubblicate da Nuages, Milano
I manifesti di Paul Davis, 2006.
Show people, 2005.

Nessun commento:

Posta un commento