mercoledì 3 ottobre 2012

Satira e politica: Galantara, il sanguigno

Gabriele Galantara, L'Asino, 1907

Se Scalarini si diceva nato per la seconda volta nel 1911, quando aveva pubblicato la sua prima vignetta su l'Avanti, la seconda nascita di Gabriele Galantara deve essere datata quasi vent'anni prima, nel 1892, quando nelle edicole romane era comparso il primo numero de L'Asino.

Gabriele Galantara, L'Asino, 1899

Guido Podrecca, che della rivista, insieme a Galantara, sarebbe stato l'animatore per oltre 25 anni diceva in quell'occasione di guardare "... a questa matta popolazione di asini divisa in due categorie: gli asini da soma e gli asini d'oro ".
Contro gli asini d'oro, nella speranza che quelli da soma buttassero giù il basto, si rivolse la verve satirica di Galantara (Rata Langa: Podrecca usò invece firmare i suoi articoli come Goliardo). La vicenda della rivista, e quindi quella del suo animatore principale, è complessa e, a tratti, contraddittoria. Dopo aver affilato le armi esercitandosi sullo scandalo della Banca Romana, e volgendo gli strali contro Giovanni Giolitti, principalmente, ma anche contro i vari CrispiPellouxDi RudinìPodrecca e Galantara, agli albori del secolo, inaugurarono la loro famosa 'fase anticlericale', su cui è stato detto tutto il bene e tutto il male possibile.

Gabriele Galantara, L'Asino, 1902

Podrecca e Galantara non tralasciarono mai, tra il 1901 e il 1904, di riportare, con una puntualità assillante, tutti i misfatti di cronaca che vedevano coinvolto il clero. I motivi che spinsero L'Asino ad una battaglia tanto continua e feroce hanno radici profonde e complesse (si veda a questo proposito il bel saggio di Giorgio Candeloro su L'Asino, Feltrinelli, 1970) e non tocca a noi commentarli, se non fugacemente. Il fenomeno, si può però notare, non fu esclusivamente offensivo. In larga parte si trattò di una reazione difensiva alla campagna cattolica oltranzista che dipingeva i socialisti come fonte d'ogni male e corruzione "... L'Asino — scrive Candelororispose delineando l'immagine del prete lussurioso, goloso, avido, corrotto e corruttore, sempre pronto a sfruttare l'ignoranza e la superstizione dei poveri e, al tempo stesso, la paura e la cattiva coscienza dei ricchi per soddisfare le sue brame libidinose, accumulare denaro e accrescere la potenza della Chiesa... ". Chissà cosa avrebbero fatto oggi i redattori de L'Asino, in tema di pedofilia!

Gabriele Galantara, L'Asino, 1905

Alla campagna anticlericale Galantara dette il non piccolo contributo delle sue vignette più sanguigne; preti rubizzi, obesi, e perpetue procaci, cardinali melensi e arroganti affollarono la rivista. La caratterizzazione è ideologicamente schematica, graficamente a tutto tondo; l'uso del colore è sapiente e accattivante.

Gabriele Galantara, L'Asino, 1914

Gabriele Galantara fu un uomo sempre eccessivo e, appena dopo le sue campagne anticlericali, abbracciò, contro le direttive del suo partito, il Socialista, le tesi dell'interventismo democratico nella prima guerra mondiale. Il Partito Socialista si era infatti pronunciato per un neutralismo intransigente (si ricordi Scalarini), mentre Galantara si mise subito dalla parte interventista di Leonida Bissolati. Molte, anche qui le giustificazioni che possono essere addotte; da una parte avevano giocato le indecisioni e le ambiguità dei confratelli partiti socialisti europei, dall'altra la visione politica complessiva di Galantara, che individuava negli imperi della mitteleuropa il covo della reazione e del militarismo più gretto e retrogrado.

Gabriele Galantara, L'Asino, 1914

Comunque sia stato la fase 'guerrafondaia' de L'Asino portò ad uno scadimento oggettivo della rivista (che aveva raggiunto, nei suoi momenti più felici, una tiratura di 100.00 copie e una popolarità colossali) e nel 1917 questa chiuse i battenti.

Il riscatto di Rata Langa non si fece però aspettare; mentre Podrecca si staccava dall'amico e aderiva al nascente movimento fascista, L'Asino, risorto nel 1921 dopo una pausa di 4 anni, si buttò anima e corpo nella battaglia di opposizione. È il periodo più vivo, artisticamente e moralmente, di Galantara. La sua verve si tinge di amaro, i suoi famosi preti diventano ras in camicia nera, "Lui" campeggia trionfante, solitario e crudele, su uno sfondo di prevaricazioni e di manganelli, mentre gli oppositori devono ritirarsi sulla difensiva, sopraffatti da bande di avanguardisti urlanti e sguaiati.

Gabriele Galantara, L'Asino, 1922

Gabriele Galantara, L'Asino, 1925

Per Gabriele Galantara (che collaborò anche al Becco Giallo e dovette poi rassegnarsi a far tacere la sua micidiale matita) vale quello che egli stesso scrisse nel primo numero della nuova serie del suo Asino: "Nato ribelle ritorno ribelle. Levo in alto il raglio contro il mondo birbone dei ricchi, dei potenti. Sferro calci contro tutte le iniquità. Agguanto col mio morso sano e forte, l'ingiustizia per la cuticagna e la sbrano e ne scopro le viscere carognose. Vedete com'è brutta. Socialisti d'Italia, io son tornato a voi. Voi tornate all'Asino!"

Una vicenda che aveva avuto un andamento ondivago e, a volte, eccessivo ma che, a ben guardare, rivelava una volontà di coerenza dura e onesta. In fondo, per Galantara, era questo che contava.

Gabriele Galantara, L'Asino, 1924

Per saperne di più: L'Asino di Podrecca e Galantara (1892-1925), Presentazione di Giorgio Candeloro, Scelta e note di Edio Vallini, Feltrinelli, 1970.

1 commento:

  1. GRANDISSIMO Galantara! Eccessivo sì, a volte anche dalla parte del torto, ma con la sapienza di chi al momento giusto sa mettersi davvero dalla parte "sbagliata", quella meno comoda, quella di chi sembra perdente, ma che è poi l'unica parte possibile per chi, come lui può dire "Nato ribelle ritorno ribelle. Levo in alto il raglio contro il mondo birbone dei ricchi, dei potenti. Sferro calci contro tutte le iniquità." Che il raglio franco dell'asino, con il suo sguardo fiero sul mondo, continui ad accompagnare anche noi, matite e cuori piccoli, di fronte a quest'artista dalle mani giganti e dal disegno impeccabile!... Perché, davvero, lui, come altri suoi colleghi, sapeva DISEGNARE, COMPORRE, COLORARE, con una sapienza che è dei maestri e a cui andare e tornare a guardare in questi tempi poveri di sapienti matite. W gli ASINI e l'anarchico fanciullino che abbiamo dentro.

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