mercoledì 30 gennaio 2013

Alice a pois



Avevamo appena finito di mandare in rete il post sull'Alice di Ralph Steadman che il postino ci ha recapitato un pacchetto con l'Alice di Yayoi Kusama che Orecchio Acerbo manda in libreria proprio oggi, 31 gennaio.

Non sappiamo se avrete fatto le corse per procurarvi il libro di Steadman, ma, viste le difficoltà, non lo crediamo. Per questa Alice di Yayoi Kusama non avrete invece scuse: il libro è nuovissimo, fresco di stampa, disponibile in libreria e il prezzo, vista la quantità, la qualità e l'importanza del lavoro, accessibile (30,00 euro).



Yayoi Kusama è artista di riferimento in Giappone, tra i massimi. Pop, surreale, op, visionaria; le definizioni possono essere molte ma questa signora ultraottantenne, che ha seminato di palline colorate le scene del contemporaneo, e che, nell'ultimo anno, ha visto celebrare la sua arte da Parigi a Madrid, a Londra, a New York, può essere collocata in equilibrio creativo tra genio e follia, tra ordine e disordine grafico, tra astrazione e figurazione. I suoi pattern e le sue installazioni  si situano in quel segmento dell'arte visual giapponese che ha visto protagonisti di spicco quali Shigeo Fukuda e Kazumasa Nagai, ad esempio, due dei più grandi designers visuali degli ultimi cinquant'anni.


Parlando ieri di Ralph Steadman non potevamo fare a meno di notare come l'artista inglese avesse 'adattato' la sua arte al libro; avesse cioè piegato la sua sensibilità moderna alle ragioni del racconto.

Yayoi Kusama ci sembra che proceda in senso inverso adattando il racconto di Lewis Carroll alle ragioni della sua arte. Le pagine si piegano e si contorcono tra palle e palline colorate, texture, pattern, astrazioni e figure che ci fanno venire in mente, e non solo, la pittura aborigena australiana e i deliri cromatici della psichedelia. Invano si ricercherebbe nelle pagine di questa Alice una delle tante logiche che sono alla base del mestiere di illustratore (a proposito di Alice, ne avevamo parlato qui). Le tavole non accompagnano il testo né cercano di precisarlo; né d'altra parte ci offrono una lettura, come dire, di 'secondo grado', interpretativa. Si muovono libere, galleggianti tra parole, alludono senza mai precisare, definire, chiarire. Appaiono e scompaiono, concrete e diafane come il sorriso del gatto del Cheshire.





Il mondo folle di Yayoi Kusama non tollera punti di contatto logici, si offre e si allontana ma, proprio per questa totale alterità, si presta a paradigma assoluto del mondo di Alice dove, è ovvio, "... sono tutti matti. Io sono matto, tu sei matta...". Come si capisce bene, nell'universo della 'follia', anche in quella grafica, non sono necessarie giustificazioni se non quelle che presiedono al gioco, al divertimento, alla libera espressione delle idee, anche delle più pazze, anche delle più stravaganti.



Ma Yayoi Kusama, alla fine del libro, in un'ultima pagina illuminante, dichiara di essere lei "la moderna Alice nel Paese delle Meraviglie". Anche lei, diciamo noi, persa e vagante in un suo fantastico mondo di colori, di forme, di illusioni, di vera razionalità e di vera follia, di veglia e di sogno, un mondo di detti e contraddetti, che da queste strambe contraddizioni prende forma e vita, sostanza e mistero.

Un libro da annusare, da guardare, da mangiare. Un libro che sa d'arte, un'arte che sa di libro.

Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, attraverso l'arte di Yayoi Kusama, Orecchio Acerbo, 2013euro 30,00.



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