giovedì 10 gennaio 2013

Fuoco, fuochino...

"A bordo non possono salire gli omologati di ogni categoria, i praticoni dei romanzi di genere, i venditori di patacche filosofiche, i pensatori da talk-show, gli insaccatori di wurstel culturali, gli arpisti dei buoni sentimenti, i retori istituzionali, i manieristi travestiti da sperimentali, i faccendieri dell'organico e del monumentale, gli appiattiti del ribasso, i frequentatori di social network, i preziosi ridicoli di un'accademia ingessata e incipriata.
Ammessi invece - continua la requisitoria-introduzione di Ernesto Ferrero - oulipiani ruspanti, patafisici casual, metafisici portatili, amletici leggeri, surrealisti non griffati, giocolieri e frombolieri verbali, artigiani del nonsense, del limerick e del wit, aforisti ben temperati, clown autodidatti, collezionisti di frammenti apocrifi, equilibristi del paradosso, scienziati di soluzioni immaginarie e rigorosamente improduttive oltreché manifestamente e gustosamente impossibili, acrobati del volo rovesciato, teorici dell'eccezione e della marginalità, irregolari & irriducibili, teneri misantropi che si ostinano a difendere le ultime ragioni dell'umano come nessun altro. Tutta gente che vive "alla nottata"..."


Stabilito quindi chi ha diritto di passo sull'Arca di Afro Somenzari e chi ne resta escluso senza possibilità d'appello, il catalogo di Fuoco, fuochino ("la casa editrice più povera del mondo", recita il pay off della sigla editoriale), si compone di "... stampe in fotocopie in numero di 11 (undici) che verranno spedite agli amici, sempre quelli, giusto per vessarli quel tanto che basta. In più saranno stampate 9 copie, destinate al pubblico (a prezzo variabile), ognuna firmata Prova dell'Editore."


Una silloge di testi, tutti al massimo di 4 pagine, quelli che Fuoco, fuochino propone quindi ai suoi lettori (che non arrivano ai canonici 25 manzoniani) immaginari e patafisici, e varrà certo la pena di ricordare che secondo Jarry la patafisica è, appunto, "... la scienza delle soluzioni immaginarie". Sono testi, quindi, sempre immaginosi e immaginari, appunto, che semantizzano la solitudine, che strizzano l'occhio al chiamarsi fuori, che ironizzano su pulsioni dichiaratamente elitarie.



Fuoco, fuochino è un atto d'orgoglio, quasi un vezzo, un ghiribizzo della parola, un ossimoro evidente.
Ma è anche una complicità amicale, uno scintillare di intelligenze, il ghigno beffardo di chi sta in bilico tra senso e nonsenso e rimane, miracolosamente, in equilibrio.

Ogni anno Afro Semenzari, anima e motore di questo 'delirio' lucido e consapevole, dà anche alle stampe, come ciliegina sulla torta, qualcosa che potremmo chiamare annuario, o almanacco, o lunario. Quasi un Barbanera patafisico, o un Sesto Caio Baccelli per dei sodali fuori di testa.


L'almanacco di quest'anno comprende testi di Camillo Cuneo, Paolo Casagrande, Vittorio Orsenigo, Marzio Sergio Bini, Ugo Nespolo, Sandro Montalto, Antonio Castronuovo, Max Blue Berni, Mario Aldovini, Armando Adolgiso, Miklos Varga, Roberto Barbolini, Giovanni Maccari, Cristiana Minelli, Lorenza Amadasi, Maurizio Maggiani, Pupi Avati, Massima Gatta, prefati da Ernesto Ferrero e coordinati, naturalmente, da Afro Somenzari.


Questo secondo volume (il primo era stato illustrato, nel 2010, da Gianluigi Toccafondo) è arricchito da una serie di tavole di Guido Scarabottolo che ce la mette tutta, anche lui, per guadagnarsi il posto tra i patafisici che potranno salire sull'Arca di Fuoco fuochino.

Guido ha progettato una serie di copertine di grandi classici della storia della letteratura, illustrati come fossero romanzi di fantascienza, molto pop e molto pulp. Mostri pelosi e viscidi che insidiano ragazze spaziali ingenuamente appetitose, trifidi inquieti e omini verdi che cercano di farci paura ma che vanno invece a situarsi allegramente in quell'universo delle "soluzioni immaginarie" che è il fine ultimo e dichiarato di questa solare combriccola di 'svitati'.


Fuoco, fuochino, la più povera casa editrice del mondo, a cura di Afro Somenzari, Viadana, 2012.
L'almanacco, da cui sono tratti i disegni di Guido Scarabottolo che illustrano il post, non ha indicazione di prezzo, né codice a barre. Per maggiori informazioni rivolgersi alla casa editrice, Via Cavour 6, 46019 Viadana, Mantova. 

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